Secondo le definizioni della letteratura scientifica l’Ambiente è: ”tutto ciò che comprende ed
interagisce, mediante complesse relazioni funzionali dirette ed indirette, con l’uomo, gli altri
esseri viventi, il mondo inorganico”.
Pertanto ogni ambiente rappresenta un sistema in cui gli elementi risultano essere
interdipendenti ed è perciò in continua evoluzione dinamica.
Sin dalla sua comparsa l’uomo ha modificato l’equilibrio delle diverse forze naturali che
hanno modellato la Terra. Il rapido aumento della popolazione e dello sviluppo tecnologico ha
portato a un altrettanto rapido aumento degli impatti subiti dal paesaggio, che ha in più luoghi
conosciuto cambiamenti irreversibili con parziale o totale distruzione di molte delle sue
caratteristiche peculiari formatesi migliaia o milioni di anni fa.
Da alcuni anni anche in Italia si sta affermando, seppure lentamente, il concetto di
salvaguardia del Patrimonio della Terra (Earth Heritage) costituito dall’insieme delle risorse
geologiche di tipo culturale e da quelle di tipo economico-industriale: l’ambiente ha quindi
acquisito un valore etico oltre che economico e ogni uomo, anche in futuro, ha il diritto di
poterne fruire.
Fin dal 1980, dalla World Conservation Union e, nel 1987, con il rapporto “Our Common
Future”, predisposto dal segretario generale dell’O.N.U. Brundtland, è stato elaborato il
concetto di sviluppo sostenibile, inteso come sviluppo economico fondato sulla
conservazione delle risorse naturali esistenti. «Lo sviluppo sostenibile – precisa il rapporto
conosciuto come “Rapporto Brundtland” – è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente
senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni.» Tale
concetto risponde dunque all’esigenza di armonizzare lo sviluppo economico con la
compatibilità ambientale.
Una rinnovata cultura economica ambientalistica non potrà non tenere in considerazione
alcune fondamentali linee guida, in primo luogo l’obiettivo primario di assicurare un modo di
vivere più a misura d’uomo, realizzando il connubio fra attività economiche e tutela
dell’ambiente.
Il contributo delle Scienze della Terra alla salvaguardia del patrimonio della Terra: Geotipi e Geositi
Al fine di perseguire obiettivi di salvaguardia e tutela del patrimonio ambientale, si rende
necessaria un’azione combinata fra scienza e tecnica per far compiere un salto di qualità alla
ricerca e conseguire un nuovo paradigma culturale che avrà come fondamento la
consapevolezza che l’uomo e le sue tecnologie sono parte integrante del mondo naturale.
Per questo motivo diventa di fondamentale importanza la professionalità del geologo,
poiché «la vera funzione del geologo, in un paese moderno, dovrebbe essere quella primaria e
insostituibile della previsione, prevenzione e della programmazione territoriale, un ruolo quindi
fondamentale per semplificare il rapporto uomo-natura e per la tutela dell’uomo in armonia con
le risorse naturali nell’ottica di uno sviluppo sostenibile.» (Alfieri – Zarotti, Attività economica e
tutela dell’Ambiente, Roma 1997).
Le aree o località di rilevante interesse geologico sono definite con i termini di geotopo o
geosito, rispettivamente di origine tedesca e inglese. Le due definizioni sono molto simili e
differiscono soltanto nella diversa porzione geografica e spaziale presa in considerazione.
I geotopi sono parti di paesaggio contenenti un patrimonio geologico-geomorfologico
prezioso e sensibile. Essi devono essere salvaguardati da tutti gli interventi che possono
deteriorarne sostanza, forma o evoluzione naturale.
I geositi definiscono invece una qualsiasi area o territorio in cui è possibile riscontrare un
interesse geologico-geomorfologico per la conservazione.
Tutto ciò testimonia il sempre maggiore interesse per la geoconservazione e per la
necessaria valorizzazione dei beni culturali e ambientali, nella prospettiva di tramandare gli
elementi più significativi del nostro paesaggio alle generazioni future. Il patrimonio geologico
va quindi interpretato non solo come ricca eredità di scienza e di cultura, ma anche come fonte
di interesse didattico, educativo, turistico, con ricadute occupazionali ed economiche.
Programmi comuni transnazionali di protezione ambientale
È a partire dal dopoguerra che vengono attivate convenzioni internazionali per la protezione
della natura. La “Convenzione di Stoccolma” sulla protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale adottata dall’UNESCO nell’ambito della Conferenza di Parigi del 1972, segna l’inizio
di una moderna politica di conservazione.
La prima associazione europea per la promozione della geoconservazione si è costituita,
invece, soltanto nel 1988 (European Working Group for Earth Science Conservation). Nel
1993 tale associazione è diventata ProGEO (European Association for the Conservation of the
Geological Heritage) e si è impegnata nell’organizzazione di importanti convegni internazionali
sulla conservazione del patrimonio geologico (Digne 1991; Roma 1996). Nel 1995 ProGEO si
è prefissa di avviare la compilazione di una lista di geositi.
In quello stesso anno IUGS (International Union of Geological Science), una delle più
importanti organizzazioni non governative che promuovono e supportano lo studio di problemi
geologici di significato mondiale, avvia il progetto Geosites il cui scopo principale è quello di
compilare un inventario continuamente aggiornato dei siti geologici più significativi a livello
mondiale.
Nel 1997 tale progetto viene affiancato da un nuovo programma, GEOPARK, realizzato
dall’UNESCO in collaborazione con IUGS, che si propone di realizzare dei “geoparchi”, territori
rappresentativi di un’area e della sua storia geologica, in grado di fornire opportunità per la
diffusione dell’educazione ambientale.
In Italia la promozione e il coordinamento delle iniziative tese allo sviluppo armonico delle
Scienze della Terra e al rafforzamento del loro ruolo sociale, sono affidati alla SGI (Società
Geologica Italiana), alla SIGEA (Società Italiana di Geologia Ambientale), che ha anche
istituito al suo interno un gruppo di lavoro che si occupa in modo specifico di geotopi, e alla
FIST (Federazione Italiana di Scienze della Terra).
L’esistenza di un geosito all’interno di un territorio amministrativo, come area soggetta a
tutela, implica come diretta conseguenza una ricaduta sul piano della normativa ambientale e
della legislazione che si occupa di tutelare e gestire tali beni ambientali. Non è possibile
dunque prescindere, nell’ambito della trattazione dei geositi, dall’analisi dei quadri legislativi in
vigore sulla materia di protezione ambientale.
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