Ecomuseo della pietra da Cantoni
Il paesaggio collinare del Monferrato è fortemente condizionato dalla sua storia geologica: vi affiorano infatti rocce del periodo miocenico tra cui la Pietra da Cantoni, una marna calcarenitica finissima che, per le sue caratteristiche di compattezza e lavorabilità, veniva utilizzata in edilizia, e la cui origine si può ricondurre ad antichi depositi di ambienti marini poco profondi.
Dal questo complesso marnoso-calcareo sono stati portati alla luce diversi ritrovamenti fossili di origine marina (come conchiglie, alghe o addirittura le vertebre di un animale marino), che avvalorano la tesi secondo cui questi territori sarebbero appartenuti al grande Bacino Terziario Ligure-Piemontese dell’era cenozoica (15-20 milioni di anni fa).
In passato è stata diffusa l’attività estrattiva delle arenarie (in lastre o in blocchi) a tal punto che moltissimi edifici in Monferrato e non sono stati realizzati interamente in Pietra da Cantoni.
Intimamente legati alla cultura del vino e all’esistenza delle arenarie, facilmente lavorabili, sono anche gli “Infernot” scavati sotto le case a più livelli per custodire le bottiglie di maggior pregio.
È in atto una lenta riscoperta di quest’area, sia dal punto di vista paesaggistico sia dal punto di vista eno-gastronomico.
L’Ecomuseo della Pietra da Cantoni è costantemente impegnato tra diverse iniziative come l’organizzazione di attività didattiche e camminate lungo i principali percorsi nelle campagne, il recupero dei centri abitati, la ristrutturazione degli edifici con l’utilizzo dei materiali locali, nonché da alcuni finanziamenti stanziati dagli organi competenti per il recupero di beni architettonici di grande valore per il territorio.