Merana, tra calanchi e “muriòn”
Gli itinerari nel paesaggio collinare di Merana sono unici: camminare sui calanchi, forme di erosione scolpite negli antichi sedimenti marini delle Langhe, alla scoperta dei “muriòn”, misteriosi personaggi di pietra che si susseguono a decine fra le ginestre e il timo.
L’evoluzione geologica in queste zone, datata da circa 35 a 5 milioni di anni fa, è legata al Mare Paleo-Adriatico che all’epoca occupava l’odierna Pianura Padana lambendo le coste delle valli piemontesi in un contesto geografico completamente diverso da oggi.
Seguendo i segnavia bianchi e rossi, dal centro di Merana si sale rapidamente incontrando le marne della Formazione di Rocchetta con i suoi affascinanti calanchi. I sedimenti marnosi cedono successivamente spazio alla Formazione di Monesiglio, costituita da sabbie grossolane gialle o rossastre inglobanti grossi noduli arenacei. Il paesaggio diviene un singolare giardino roccioso da cui spuntano varie forme somiglianti chi ad una grossa rana, chi ad una testa di coccodrillo, chi al corpo di una sfinge… È l’opera dell’erosione selettiva che ‘risparmiando’ i noduli arenacei, più duri delle sabbie che li avvolgono, ha formato delle vere e proprie sculture: i cosiddetti “muriòn” termine dialettale nato dalla fusione di muròn- faccione e riònd– rotondo.
Gli itinerari qui organizzati permettono ai partecipanti di conoscere la storia geologica del territorio e, sul filo della geologia, toccare la storia, la botanica e la cucina locale… con particolare riferimento ai celebri ravioli!