La barriera corallina dal ponte tibetano più lungo del mondo
L’accesso al ponte avviene partendo dalla biglietteria posta presso la rotonda della strada statale n.24 che sale da Cesana, all’ingresso dell’abitato di Claviere: un comodo piazzale può fungere da punto di parcheggio dell’auto.
Imboccato il sentiero che passa accanto alla Cappella di San Gervasio, in 15 minuti di ripida discesa si giunge alla partenza del ponte presso una piccola capanna di appoggio sospesa sulla gola.
Imboccato il ponte, l’ancoraggio alle corde fisse ci permette di ammirare in tutta sicurezza di cosa è stata capace l’instancabile forza della natura. In pochi istanti, superata la gola trasversalmente, il ponte si appresta a seguirla per tutta la sua lunghezza.
Fanno da cornice al percorso i pini uncinati che si ancorano tenacemente alle rocce dolomitiche, grazie al forte apparato radicale che si insinua tra le fessure. La presenza degli apparati radicali e dei fusti garantisce la protezione del suolo dall’erosione e dal rischio di valanghe. Queste piante assumono pertanto una fondamentale funzione di presidio contro i rischi naturali. Da non dimenticare inoltre la notevole valenza, sulle rocce calcaree, delle colonie di pino uncinato e di pino mugo, soprattutto sui detriti mobili dello Chaberton. Qui si può ancora trovare l’endemica e isolata Berardia subacaulis, in associazione a molte specie xerotermiche (amanti dei terreni secchi e caldi) e relitti mediterranei ad alta quota che completano il quadro botanico di pregio.
Dopo la risalita della gola, il ponte approda ad un ponticello militare nei pressi di una piccola cascata, oltrepassata la quale si risale per comodo sentiero a tornanti provvisto di due aeree piazzole che consentono un ottimo panorama della gola. Da qui in pochi minuti si guadagna il pianoro erboso che delimita l’orrido verso Ovest e, altrettanto velocemente (un quarto d’ora dalla gola), si raggiunge l’abitato di Claviere risalendo fra le case sino alla strada statale con comodo rientro al punto di partenza.