Altopiano della Gardetta.
Una gemma del Patrimonio Geologico Italiano.
Incominciamo con uno sguardo d’insieme sul paesaggio oggetto della
nostra visita dal Colle del Preit (Stop 1) che
ci permette di riconoscere nella morfologia le strutture geologiche della
zona dovute all’accavallamento tettonico che ha piegato e appilato
fra di loro tre diverse unità durante il sollevamento delle Alpi.
Questa particolarità ha portato, nel 2001, al censimento dell’Altopiano
della Gardetta fra i Patrimoni Geologici Italiani. Proseguiamo poi l’osservazione
delle rocce di queste unità, partendo dalle più antiche fino
alle più recenti, lungo la strada che dal Colle del Preit risale
al Rifugio CAI della Gardetta (Stop 2).
Giunti all’omonimo colle potremo rivolgerci verso Rocca La Meja (Stop
3) o verso il Monte Oronaye (Stop 4), per
leggere nel paesaggio la nascita di un antico oceano un tempo interposto
tra la placca Africana e quella Europea ed osservare come oggi le rocce
depostesi sui fondali marini siano ripiegate e accavallate disegnando grandi
curve con i loro strati sulle pareti delle montagne circostanti. Ad esse
sono intercalate rocce molto più morbide e malleabili (gessi e calcari
a cellette) che hanno funzionato come livelli di scivolamento e scollamento.
Lungo la strada militare osserveremo le rocce che segnano le prime fasi
di chiusura e di scomparsa dell’oceano (Stop 5).
Al Colle della Margherina (Stop 6) vedremo nel
dettaglio i risultati delle spinte che fecero emergere le Alpi con gli strati
carbonatici verticalizzati di Rocca La Meja e del Cassorso.
Nell’arco di pochi chilometri cercheremo di ricostruire una storia
geologica lunga 300 milioni di anni.
Per la descrizione dettagliata dell'itinerario sui rimanda alla guida "Itinerari nelle Valli del Monviso".
Gli altri itinerari.
Vallone d’Elva e Colle di Sampeyre